Descrizione
Quest’anno si celebra il 75° anniversario del XXV Aprile e nel rispetto delle disposizioni normative dell’emergenza epidemiologica Covid-19, la manifestazione sarà svolta in forma estremamente ristretta con la sola presenza del Sindaco e del Gonfalone in rappresentanza della popolazione. Ad essi si aggiungeranno solo il Capogruppo degli Alpini Giovanni Perello ed il presidente e trombettista della Banda musicale “La Ceresera” Sergio Perotti per depositare i fiori presso il monumento ai caduti e commemorare con l’esecuzione de “Il Silenzio” le vittime della guerra come da tradizione.
Si invita la popolazione a ricordare questa importante giornata eventualmente posizionando la bandiera tricolore fuori dalle case ma senza recarsi sul luogo della celebrazione per evitare assembramenti.
La Liberazione è il frutto di tante storie, di storie di italiani che dobbiamo onorare e tramandare, insieme a quei valori di libertà e democrazia che ne rappresentano la più preziosa eredità.
In particolare, vogliamo ricordare le storie di Antonio Cambiano, giovane partigiano Pecettese e di Maria Razetto, allora giovane staffetta partigiana mancata recentemente il 30 ottobre 2019 a 99 anni e che fino alla fine lottò per i più alti valori di democrazia. Il loro ricordo lo ripercorriamo tramite le significative parole del partigiano e martire della Resistenza Bruno Tuscano. Egli nacque il 20 marzo 1920 a Palizzi Marina, in provincia di Reggio Calabria e nel 1944, quando era Tenente a Ceva si unì ai partigiani in Val di Lanzo; nel gennaio 1945 venne catturato e condannato a morte. Prima della sua fucilazione questa fu la lettera che scrisse alla sua famiglia:
S. Maurizio 24 - 1 - 45 ore 15
Adorati genitori.
Quando leggerete la presente io non sarò più.
Un ineluttabile fato mi vieta di rivedervi e riabbracciarvi prima di morire: questo era il mio più grande desiderio prima di morire.
Non tremo davanti alla morte, in queste ultime ore pregherò per voi come sempre ho fatto.
Vi conforti il pensiero del figlio per cui vi sacrificaste tanto e che mai è venuto meno ai suoi doveri di uomo onesto.
Vi giuro davanti a Dio che mai ho compiuto un assassinio ed ho agito, più che mi è stato possibile, nella rettitudine del cittadino, nell'onestà del lavoratore.
Ho aiutato quanti ho potuto.
Dio sia buono con voi eletti genitori.
Non vi potrò dare l'aiuto che ambivo ora che potevo cominciare a lavorare con voi.
Dall'alto pregherò per voi, per te adorata santa mamma, per te, babbo che vecchio e inabile al lavoro sovente hai guardato in me colui che sarebbe stato il tuo aiuto e la consolazione per la tua vecchiaia.
Rendo Dio testimone di quanto ho detto in queste ultime ore della mia vita.
Non imprecate contro gli uomini.
Errare è umano.
Il fato ha così voluto.
Vi abbraccio. Figlio Bruno
Buona Festa della Liberazione.
IL SINDACO E L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Si invita la popolazione a ricordare questa importante giornata eventualmente posizionando la bandiera tricolore fuori dalle case ma senza recarsi sul luogo della celebrazione per evitare assembramenti.
La Liberazione è il frutto di tante storie, di storie di italiani che dobbiamo onorare e tramandare, insieme a quei valori di libertà e democrazia che ne rappresentano la più preziosa eredità.
In particolare, vogliamo ricordare le storie di Antonio Cambiano, giovane partigiano Pecettese e di Maria Razetto, allora giovane staffetta partigiana mancata recentemente il 30 ottobre 2019 a 99 anni e che fino alla fine lottò per i più alti valori di democrazia. Il loro ricordo lo ripercorriamo tramite le significative parole del partigiano e martire della Resistenza Bruno Tuscano. Egli nacque il 20 marzo 1920 a Palizzi Marina, in provincia di Reggio Calabria e nel 1944, quando era Tenente a Ceva si unì ai partigiani in Val di Lanzo; nel gennaio 1945 venne catturato e condannato a morte. Prima della sua fucilazione questa fu la lettera che scrisse alla sua famiglia:
S. Maurizio 24 - 1 - 45 ore 15
Adorati genitori.
Quando leggerete la presente io non sarò più.
Un ineluttabile fato mi vieta di rivedervi e riabbracciarvi prima di morire: questo era il mio più grande desiderio prima di morire.
Non tremo davanti alla morte, in queste ultime ore pregherò per voi come sempre ho fatto.
Vi conforti il pensiero del figlio per cui vi sacrificaste tanto e che mai è venuto meno ai suoi doveri di uomo onesto.
Vi giuro davanti a Dio che mai ho compiuto un assassinio ed ho agito, più che mi è stato possibile, nella rettitudine del cittadino, nell'onestà del lavoratore.
Ho aiutato quanti ho potuto.
Dio sia buono con voi eletti genitori.
Non vi potrò dare l'aiuto che ambivo ora che potevo cominciare a lavorare con voi.
Dall'alto pregherò per voi, per te adorata santa mamma, per te, babbo che vecchio e inabile al lavoro sovente hai guardato in me colui che sarebbe stato il tuo aiuto e la consolazione per la tua vecchiaia.
Rendo Dio testimone di quanto ho detto in queste ultime ore della mia vita.
Non imprecate contro gli uomini.
Errare è umano.
Il fato ha così voluto.
Vi abbraccio. Figlio Bruno
Buona Festa della Liberazione.
IL SINDACO E L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
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Ultimo aggiornamento pagina: 25/11/2020 09:38:27